L’estate, per gli sportivi, non è sempre tempo di vacanze.
Fervono i preparativi per la stagione entrante, ed è tutto un fiorire di preparazione atletica.
Amatissima, dai diretti interessati, come si capisce anche dai nomignoli affettuosi che sono appioppati ai vari esercizi.
Le ‘bastarde‘ sono semplici saltelli, tutto sommato.
E che sarà mai?
Non ci si deve neanche muovere dal posto in cui si sta.
Si parte faccia e pancia a terra.
Odore di terra, di erba.
Guardi la tua compagna a lato.
E ti scappa anche un po’ da ridere.
Che saranno mai, quelle due/tre/quattrocento birre bevute in più in riva al mare?
Giocare a rugby è come andare in bicicletta: non si disimpara mai.
Poi abbiamo fatto tutti quei bei tornei di beach rugby.
Anzi: una bella prova fisica, quei 5 minuti di delirio, impanate di sabbia come le cotolette, sotto un sole proibitivo (con rigorosa maglia sintetica) e i piedi che affondano di continuo in un fondo cedevole scomodissimo.
Sì, insomma: non siamo poi proprio rimaste ferme del tutto!
Vai, parti!
Spinta sulle braccia, ginocchia raccolte al petto.
Slancio verso l’alto e braccia dritte per spiccare l’elevazione più alta che si può.
Di nuovo a terra, raccogli le ginocchia, rannicchiata con le mani per terra.
Butta le gambe indietro, e di nuovo la pancia per terra.
E una è fatta, intanto!
Solo che, di solito, si fanno in serie da dieci. Magari accompagnate, dopo, da un bel 20 metri di scatto in avanti di corsa, così per gradire..
La prima serie di ‘bastarde‘ è: “Beh, dai! Alla fine pensavo peggio!”.
La seconda serie di ‘bastarde‘ è: “Oh, però in effetti fa troppo caldo, ancora, per muoversi!”.
La terza serie di ‘bastarde‘ è: “O mio dio! Ti prego: uccidimi, qui, ora, e non emetterò neppure un lamento!”.
Le gambe bruciano. La testa macina “Chimelofafare?”. Il fiato manca. Il sudore scorre potente.
La preparazione atletica giunge al termine, nella serata.
Tutte quante mogie mogie, sul prato. Facendo a schiaffi con gli stormi di zanzare.
“Qualcuna ha voglia di una birra?”.
Sempre dolce, ricominciare.