La Coppa del Mondo di rugby femminile è iniziata il 1° agosto, a Parigi, e proseguirà fino alle finali del 17 agosto.
Qui in Italia non lo sa quasi nessuno.
In Francia, invece, dove addirittura il rugby femminile è trasmesso in televisione (pensate!), la partita della seconda giornata Francia-Sud Africa (seconda vittoria delle padrone di casa, per la cronaca) è stata seguita da un milione e mezzo di persone.
1.500.000 spettatori. Sì, avete capito bene. Il rugby femminile è proprio bello, da vedere.
E non è ‘roba da femmine’ solo il rugby seven, per la velocità e l’apertura di spazio.
Alcune azioni, come la meta di Cristelle Le Duff al termine di un’azione di squadra pazzesca, nella partita sopra citata tra Francia e Sud Africa, o il gioco corale e armonioso del Canada, sono da antologia del rugby.
E altri avvenimenti passeranno alla storia del rugby, di questo mondiale silenzioso.
Per esempio il fatto che nessuna squadra irlandese, in nessuna categoria, era mai riuscita a superare la Nuova Zelanda in una competizione ufficiale: ci sono riuscite le irlandesi, che hanno battuto 13-17 le campionesse del mondo in carica, le mitologiche Black Ferns (sì, fanno la Haka anche loro, per la cronaca) ed hanno portato con una partita incredibile, coinvolgente, molto volitiva, una vittoria epocale per il rugby irlandese.
O ancora, a segnare un primato in negativo, la più dura e lunga squalifica inflitta ad una giocatrice per un fallo di gioco: la samoana Soteria Pulumu, nella partita contro l’Inghiterra, ha pensato bene di prendere la mediana di mischia avversaria, sollevandola da terra e facendole fare un bel giretto di 180° su se stessa, prima di schiacciarla a terra! Roba da far rischiare tutte le vertebre cervicali alla malcapitata inglese. Mondiale finito per la Samoana, che avrà molto tempo per ripensare alla propria tecnica di placcaggio.
Grave episodio anche per la capitana del Sud Africa, Mandisa Williams, che si è presa 5 settimane di squalifica durante la partita contro l’Australia, per aver tentato di arrivare agli occhi di un’avversaria e, non essendoci riuscita, si è ‘accontentata’ di piazzarle un gran pugno sul naso.
Alla faccia delle signore!
Perché non si tratta certo solo di grazia e velocità di gioco: viene quasi da commuoversi, a vedere queste giocatrici dell’Inghilterra, strutturate come capolavori, con una forza incredibile. La flanker dell’Inghilterra Marlie Parker ha ‘rotto’ ben 5 placcaggi nella partita contro la Spagna, prima di segnare una delle mete che hanno portato alla facile vittoria inglese (nel senso: 5 giocatrici hanno provato a fermarla, senza alcun risultato, per la cronaca): pareva di rivedere certe incursioni di Jonah Lomu, quando sembrava che niente e nessuno potesse arrestare la sua corsa. Però, con le fattezze di una donna. Di una gran donna.
Forza, femminilità, passione, rugby.
E’ decisamente pensato bene, lo slogan del torneo:
“J’ai deux amours: le rugby et Paris”.