Domenico Berardi è uno dei più promettenti talenti che il calcio italiano possa vantare. Domenico Berardi ha terminato la passata stagione al settimo posto nella classifica marcatori della serie A, il tutto prima di compiere il ventesimo anno di età. Domenico Berardi ha terminato la passata stagione con la sesta miglior media gol del campionato italiano, grazie a 0.55 reti ad allacciata di scarpe. Anche se non è facile da dimostrare, attualmente Berardi potrebbe essere il miglior classe ’94 d’Europa, e sicuramente d’Italia. Stiamo parlando di questo genere di talento, un giocatore con potenzialità pressochè illimitate che (a differenza di quasi tutti i suoi coetanei) riesce a mettere in campo con grande regolarità. Domenico berardi, però, ha un problema di autocontrollo e il gesto di domenica contro l’Inter è qui a testimoniarlo.
Nella passata stagione il talento calabrese ha saltato 9 delle 38 partite disputate dai neroverdi per motivi disciplinari, frutto di due espulsioni (una rimediata nella precedente stagione di serie B) e dieci ammonizioni, che gli sono valsi il non troppo piacevole secondo posto nella classifica degli attaccanti più sanzionati. Il protagonista dell’ultimo spiacevole episodio è stato Juan Jesus, difensore dell’Inter che si va ad aggiungere ai nomi di Molinaro e Ceccherini nella lista delle vittime del neroverde.
Tutte e tre le espulsioni dirette sembrano essere accomunate da un fattore che in psicologia si definirebbe scatenante: in ognuno dei casi, infatti, la situazione che stava vivendo la squadra neroverde era di forte stress emotivo, ed è da questo punto che bisogna far partire tutte le considerazioni. Nel primo caso (partita col Livorno), il Sassuolo si giocava la promozione in Serie A, nel secondo episodio (sfida col Parma), i neroverdi stavano vivendo il periodo più basso della stagione scorsa, inguaiati al fondo della classifica, mentre l’ultima puntata avveniva con gli uomini di di Francesco sotto di 5 gol in quel di San Siro.
Se da un lato la giovane età e le circostanze di forte tensione possono, se non giustificare, quantomeno mitigare il giudizio che questi gesti potrebbero far nascere, il ciclico ripresentarsi di questi fantasmi non depone certamente a favore del giocatore. Essere campioni in uno sport mediatico come il calcio significa anche (se non soprattutto) essere in grado di gestire emozioni e reazioni quando si è sotto i riflettori e si ha gli occhi di mezzo mondo puntati addosso.
La gomitata rifilata a Juan Jesus costerà al talento neroverde almeno 3 giornate di squalifica, che se andiamo a sommare alle 9 dell’anno scorso, diventano 12 partite saltate negli ultimi due anni (sperando che la cifra non aumenti), dato che non può far piacere al suo allenatore, per primo critico nei confronti del ragazzo. “Mimmo non può più permettersi reazioni del genere- ha raccontato Di Francesco-, e pagherà per quello che ha fatto. Io faccio giocare tanti giovani, ma devono sapersi assumere anche le loro responsabilità”.
Per dare un’idea di quanto abbia perso il Sassuolo senza il suo gioiello, basti pensare che, se Berardi avesse mantenuto nelle giornate di squalifica le medie realizzative che aveva avuto nel resto della stagione, avrebbe segnato altri 5 gol che lo avrebbero issato al secondo posto della classifica marcatori e, chissà, gli avrebbero forse spalancato le porte della nazionale.
Elucubrazioni a parte, l’indiscutibile qualità di Berardi è a dir poco indispensabile per il Sassuolo e la squadra neroverde pagherà caro la sua assenza. Sarà compito di Di Francesco, della società, di tutto l’ambiente neroverde, ma soprattutto del ragazzo stesso, fare in modo che questo problema si risolva, non facendo drammi ma lavorando giorno dopo giorno. Il tempo è ampiamente dalla parte di Domenico e la sua definitiva maturazione dovrà passare anche da questo aspetto.