Dopo sei partite di campionato e con la pausa per le nazionali alle porte, è giunto il momento di stilare un bollettino dell’inizio stagione della formazione neroverde; tra alti e bassi, gli uomini di Di Francesco stanno provando a ricostruire quella idenittà guerriera che ne aveva contraddistinto le uscite migliori della passata stagione, ma la strada è ancora lunga e impervia e l’imminente turno di riposo potrebbe davvero essere un balsamo per la condizione fisica, ma soprattutto mentale dei neroverdi.
Sei partite, nonostante rappresentino quasi un sesto del campionato italiano, non sono un campione statistico sufficiente a definire senza diritto d’appello quali saranno i destini del Sassuolo, ma forniscono abbastanza materiale per poter delineare alcuni trend e abitudini della squadra. Uno per tutti, la totale dipendenza da Domenico Berardi; come riportato in un articolo di qualche giorno fa, il gioiello di Cariati si sta dimostrando per il secondo anno consecutivo, più che mai indispensabile alla causa neroverde, in virtù dei due gol e dell’assist che sono valsi le uniche tre reti degli uomini di Di Francesco nelle prime sei partite.
Ci sono anche lati positivi, però, in questo inizio di stagione: sempre restando in tema di numeri, il Sassuolo versione 2013-2014 a questo punto della stagione aveva collezionato soltanto 2 punti, frutto dei pareggi con Napoli e Lazio, a fronte di quattro sconfitte, per un totale di 4 gol fatti e 18 incassati. Dopo sei partite della stagione 2014-2015, invece, i neroverdi possono vantare 3 punti in classifica (pareggi con Cagliari, Fiorentina e Sampdoria), dovuti a soli 3 gol realizzati a fronte di 12 reti subite.
Seppur la differenza tra le due partenze non sia così evidente, alcuni motivi per sperare si possono intravedere. In primo luogo, una migliorata solidità difensiva: se escludiamo il 7-0 rimediato a San Siro contro l’Inter ( che a onor del vero inficiava anche il tabellino della passata stagione) i neroverdi hanno concesso solo 5 gol nelle rimanenti sfide disputate, un dato assolutamente non disprezzabile per una squadra che lotta dichiaratamente per non retrocedere. Dando uno sguardo al calendario, inoltre, si può facilmente constatare come il Sassuolo abbia già affrontato buona parte della zona nobile della classifica di Serie A: a parte le due super-favorite Roma e Juve, infatti, i neroverdi hanno già incrociato le armi con tutte le squadre di “seconda fascia”, quel gruppo di formazioni che ambiscono al terzo posto (Inter, Napoli, Sampdoria, Lazio, Fiorentina). Dopo la sfida contro la Juve, che vedrà impegnati i neroverdi la prossima domenica, dovremo attendere fino al 6 Dicembre prima che il Sassuolo torni a giocare contro una big del campionato (la Roma) e sarà vitale massimizzare i risultati in quel lasso di tempo per trovare il ritmo che alla squadra attualmente manca.
Il più grosso problema che il mister dovrà risolvere, a mio avviso ancor più importante che la scarsa vena realizzativa, è quello dell’identità: in tutte le conferenze stampa della stagione, Di Francesco non ha mai mancato di sottolineare come nella sua testa sia più che ferma l’idea di giocare un calcio propositivo e votato all’attacco. Il punto è che il Sassuolo, almeno fino ad ora, non ha espresso nemmeno lontanamente un calcio vicino alle idee del mistee pescarese: schieramenti conservativi, molti uomini al di sotto della palla e pochissimi rischi presi hanno reso le partite del Sassuolo delle gare non entusiasmanti dal punto di vista estetico e dello spettacolo. Se da un lato alcune delle difficoltà nascono certamente dal fatto che molti dei giocatori siano alla prima esperienza in neroverde, che la rosa sia stata continuamente colpita da diversi infortuni o squalifiche a giocatori chiave ( basti pensare a Berardi e Vrsaljko) e che il calendario non abbia fatto sconti, dall’altro si impone la necessità di definire al più presto quale calcio giocare, e il ritorno a pieno regime degli uomini migliori dovrebbe far pendere la bilancia dalla parte del bel gioco.
Insomma, non è ancora tempo di disperare. Nonostante la classifica attualmente non sia delle più clementi, con il ritorno di Berardi e il tempo necessario per inserire definitivamente tutti i nuovi giocatori, Di Francesco sarà sicuramente in grado di risolvere tutti i problemi della squadra neroverde. Come direbbero gli inglesi, il processo è ancora in the making e probabilmente richiederà ancora un pò di tempo e di pazienza, ma i motivi per ben sperare ci sono tutti.
La passata stagione ce lo insegna.