Il 3-2 ottenuto domenica scorsa contro l’Empoli ha segnato il ritorno alla vittoria dopo sette turni per il Sassuolo di Eusebio Di Francesco, che con i tre punti appena raccolti può considerare quasi matematicamente chiusa la pratica salvezza. Ma se il successo coi toscani, oltre a garantire la permanenza nella massima Serie per un’altra stagione, è servito a riconferire morale a un’ambiente che non festeggiava i tre punti casalinghi addirittura dal 9 di Novembre, esso ha portato con sè anche un rovescio della medaglia: l’espulsione di Missiroli. Il doppio giallo, abbastanza discusso, con cui l’arbitro Valeri ha fatto terminare dopo circa trenta minuti la partita del “Missile”, priverà Di Francesco del centrocampista calabrese nella trasferta romana di lunedì sera, quando i neroverdi affronteranno la Lazio all’Olimpico.
Il dato che più starà preoccupando lo staff tecnico sassolese al momento è lo score della squadra neroverde in assenza di Missiroli; nelle quattro partite che gli uomini di Di Francesco hanno affrontato senza l’ex Reggina sono stati raccolti solo due punti, frutto dei pareggi con Frosinone e Atalanta e delle sconfitte casalinghe (prime e uniche al momento) con Bologna e Roma. E se è vero che l’assenza di Missiroli ha coinciso dal punto di vista temporale con il peggior momento della stagione neroverde, non è detto che essa non ne sia stata addirittura la causa. A confermarlo ci sono alcuni dati: partendo dalla media punti (0.5 senza Missiroli, 1.5 quando è in campo), passando per gol fatti (0.75/1.3) e subiti (1.75/1.1), quasi tutte le principali categorie statistiche testimoniano le difficoltà dei neroverdi senza il Missile. E se buona parte del peso dei dati va attribuito ad avversari di livello (la nuova Roma di Spalletti e il super Bologna di Donadoni) e alla sfortuna (contro il Frosinone i neroverdi hanno creato 30 occasioni da gol secondo i dati Squawka) è impossibile non notare l’incidenza di Missiroli sui risultati dei neroverdi.
Quello che di Missiroli sembra indispensabile nell’economia del gioco neroverde è la capacità di equilibrare naturalmente la squadra, collegando i reprarti in fase di possesso (formando le famose “catene” terzino-mezzala-esterno tanto care a Di Francesco) e organizzando i tempi e le modalità del pressing quando il pallone ce l’hanno gli avversari. Se sotto il profilo del talento i vari Berardi e Sansone catturano maggiormente l’occhio, e in termini di leadership capitan Magnanelli assieme ai centrali difensivi raccolgono maggior credito, Missiroli è probabilmente il giocatore meno sostituibile, dal punto di vista tattico, della squadra di Di Francesco (tanto da essergli valso un complimento non da poco dallo stesso Di Francesco, che in una conferenza di qualche tempo fa lo ha definito “il nostro piccolo Pogba“).
Contro una Lazio che fa della pressione totale e della continua ricerca di alti ritmi la sua carta vincente, e che dopo un brutto inizio di campionato sembra aver ritrovato una buona condizione (una sola sconfitta nelle ultime undici di campionato), a sostituire Missiroli sarà con ogni probabilità uno tra Pellegrini e Biondini, con il classe ’97 che attualmente sembra favorito. I biancocelesti saranno reduci dall’impegno di Europa League contro il Galatasaray, e l’onda lunga dell’entusiasmo di un’eventuale convocazione potrebbe giocare un brutto scherzo ai neroverdi. Per una volta, però, Di Francesco spererà di non rimpiangere Missiroli.