L’attaccante Simone Zocchi, bandiera della Sanmichelese nelle passate stagioni e in forza alla Cittadella Vis Modena nello scorso campionato, a 40 anni ha deciso di appendere le scarpette al chiodo. Questo il suo messaggio pubblicato sui social.
“Se c’è un tempo per tutto questo, è il tempo di salutare il calcio giocato. E’ da quando ho sei anni che indosso le scarpette con i tacchetti e che corro dietro ad una palla, che spesso non si è fatta prendere. Ora è il momento di smettere di rincorrerla. Praticare il calcio, per me, è stato naturale e non ho mai dovuto scegliere realmente che sport fare, non ho avuto dei riprensamenti mentre lo facevo. Ho dei dubbi su tutto, non li ho mai avuti su questo. Sono stato fortunato. Gli allenamenti e la partita sono sempre state delle ‘zone sicure’ sia da bambino che da adulto. Nella vita si sono alternate la scuola, l’università e il lavoro, ma l’unico ad esserci sempre stato era l’allenamento. Nei momenti in cui cadevi ti metteva i paletti per rialzarti. Per me è stato decisivo. Praticare una disciplina con passione è stato un privilegio e allenarsi quotidianamente nel provare ad applicarla è stato un insegnamento. Giorni di delusioni e felicità impagabili, vivere l’abbraccio dei compagni di squadra dopo un gol, le urla, la fatica così forte da non riuscirci, il dolore sul corpo, ma continuare ad allenarsi. Vivere quel secondo esatto in cui un giocatore realizza che la palla entrerà in rete. Esultare. Il freddo ai piedi in inverno. I momenti di difficoltà in campo, quando ci si guarda e non si sa come uscirne. Lo spogliatoio. Tutte le persone che ho incontrato in questi anni, gli avversari e i compagni di squadra con cui ho condiviso lo spogliatoio. Le sconfitte, le frustrazioni, i fallimenti, vincere il campionato, vincere inaspettatamente. Un gol al novantesimo minuto, quanto è bello un gol al novantesimo. E’ stato tutto un insegnamento. Ho vissuto lo sport al massimo di quello che potevo e sono sereno, anche se in cambio si è preso buona parte delle mie articolazioni. Mi mancheranno quegli istanti, ma me la sono goduta fino alla fine ed è stato un piacere. Lo sport è un gesto che ti dà salvezza, una squadra è salvifica, l’impegno che ci metti nel farlo è salvifico e fortunatamente ho giocato a calcio”.