Le ultime due partite di campionato hanno rappresentato una piccola svolta nella stagione dei canarini; due vittorie, sei gol fatti a fronte di una sola rete subita, una classifica che tutto ad un tratto è tornata interessante, ma soprattutto una ritrovata unità di intenti che sembrava essere stata smarrita nelle uscite precedenti. Tra tutte le note positive di questa mini-striscia, il dato relativo ai gol segnati è quello che più di tutti salta all’occhio. Sei realizzazioni in 180 minuti, per una squadra che era andata a segno solo dieci volte nelle precedenti tredici partite sono un bottino di enorme spessore, soprattutto se abbinate alla solidità difensiva che i gialli hanno sempre dimostrato.
Arrivati a questo punto, la domanda da porsi per il prosieguo della stagione – a mio avviso- è la seguente: possono i gialli sostenere questo trend? Può la squadra di Novellino continuare a mantenere medie realizzative in grado di proiettarla nelle zone più nobili della classifica? Le ultime uscite hanno lasciato intravedere alcuni segnali che vanno in questa direzione, e se parte di questa inaspettata prolificità può essere attribuita alla pochezza degli avversari, una grossa fetta del merito va certamente riconosciuta a Granoche e compagni.
Ogni tifoso canarino che ha assistito alle sfide con Pescara e Crotone potrà confermare come tutti i sei gol realizzati dal Modena (o per meglio dire da Granoche) sono il frutto più o meno indiretto di un traversone dalla fascia. Sdoganare l’idea che cross=gol sia l’equazione vincente per l’attacco canarino sarebbe quantomeno superficiale e svaluterebbe infinitamente un problema ben più complesso e stratificato, ma come linea di principio è più che condivisibile pensare che far piovere più palloni all’interno dell’area – con due attaccanti come Ferrari e Granoche- sia un fattore positivo. Diventa dunque fondamentale capire come il Modena può generare delle occasioni che favoriscano la sovrapposizione di terzini ed esterni, ed è proprio in questo senso che le ultime due uscite stagionali danno indicazioni importanti.
Nella partita contro il Pescara una bella triangolazione sulla fascia sinistra ha portato Rubin a effettuare il traversone da cui Ferrari si è procurato il rigore, trasformato poi da Granoche. La combinazione è abbastanza semplice, e forse proprio per questo è molto efficace; Rubin gioca la palla su Granoche che viene incontro, Schiavone taglia verso l’interno del campo portando via l’uomo e liberando lo spazio per la sovrapposizione dello stesso Rubin che riesce ad andare al cross indisturbato. Le catene terzino-centrocampista centrale-attaccante (quelle che, non si sa perchè, Zeman chiama terziglie) diventano fondamentali per arrivare sul fondo con lo spazio e il tempo necessari per effettuare un buon cross.
In un articolo di un paio di settimane fa (che tra l’altro era incentrato proprio attorno al Pescara) avevamo fatto vedere come per una squadra come il Modena -tra le altre cose- sia fondamentale attaccare con tanti uomini per rendersi pericolosa: lo sviluppo dell’azione dell’1-0 contro il Pescara testimonia proprio questo concetto. I canarini arrivano ad occupare l’area abruzzese con ben cinque uomini, contro i quattro dei biancazzurri, fattore che permette a Ferrari di procurarsi il rigore.
La partita con il Crotone ha testimoniato ancora una volta come in questo momento della stagione arrivare sul fondo sia una risorsa imprescindibile per i gialli di Novellino. Contro i calabresi, però, i canarini hanno trovato il raddoppio grazie a un’azione molto più diretta e meno manovrata. Il pressing di Beltrame e Signori porta a un recupero molto alto della sfera, e con un semplice passaggio si riesce a liberare Nizzetto per il cross dal fondo, che il solito Granoche insacca alle spalle di Concetti. Vale ancora la pena sottolineare come l’azione venga conclusa con una buona copertura dell’area, figlia, in questo caso, dell’avanzata di Calapai.
CONCLUSIONI:
Pescara e Crotone sono banchi di prova tutt’altro che insuperabili, e se il Modena vuole ambire a risultati importanti dovrà mettere in campo questi stessi meccanismi contro formazioni più quotate; ciononostante, tutte le storie – soprattutto quelle di calcio – hanno bisogno di un inizio e le ultime due partite potrebbero essere l’inizio di una bella storia gialloblu. La squadra sta lentamente trovando le misure, e con quasi i due terzi di stagione ancora da disputare il tempo per gli uomini di Novellino non manca di certo. Con il reintegro degli infortunati e una forma generale crescente, questi meccanismi di pressing e le combinazioni tra giocatori diventeranno sempre più pericolosi, e permetteranno al Modena di creare apprensioni a tutte le squadre del campionato. Il tempo è dalla parte dei gialli.