Foto Hellasverona.it
Ti videro per la prima volta in un torneo in provincia di Roma, proprio quando eri sul punto di tornare nella tua Pavullo, per giocare il campionato d’Eccellenza a due passi casa.
Dicevano che, coi tuoi centonovantatre centimetri, non saresti andato da nessuna parte nel calcio. Ricordi?
Pensavi di non provarci più, e invece non hai mollato; quella seconda possibilità a Lodigiani dopo una brutta parentesi a Fiorenzuola; un’intera carriera costruita sui muscoli e sull’agonismo.
Eccoti qua, Luca, campione del Mondo da quasi 10 anni, ma con la stessa fame di buttarla dentro; da Palermo a Verona, passando per Monaco e Firenze.
A Stella, in provincia di Modena, ogni giorno si gonfiano il petto quando parlano di te.
E chi ti conosce, Luca, sa perfettamente quanto tu sia testardo. Perché quando vuoi qualcosa, sei pronto a tutto per ottenerla. Noi modenesi, lo sappiamo bene.
E tu sei fatto così: ti scorre nel sangue la grinta geminiana, quella di chi non molla mai,
quella di chi ha ancora tanta voglia di stupire.
Eppure la tua vita non è stata così semplice come si direbbe. La bimba persa nel grembo di Marta appena tre anni fa; quella forza di alzare la testa e di rimettersi in gioco, come solo un campione AUTENTICO è in grado di fare.
E mi fa incazzare lo scetticismo intorno a te, ogni domenica, quando prendono in mano la TUA carta d’identità. Hai dovuto segnare il gol numero 257 in un campionato professionistico per zittirli ancora una volta.
Si sbagliano quando dicono che sei finito, caro Luca. Si sbagliano di grosso!
Ad una manciata di giorni dal tuo 38esimo compleanno, fidati di me, sei ancora una punta fuori categoria, un attaccante da stropicciarsi gli occhi.